CRITICA

a Virginio Bianchi da poeti, critici e giornalisti in ordine cronologico:


ELPIDIO JENCO - 1948

È il poeta della più delicata tavolozza, padrone di tutti i mezzi migliori per arrivare molto lontano.
Ricco di schietto talento e d’indubbia personalità, Virginio Bianchi sa infondere in tutte le sue tele, dove ci appare essenziale, candido e buon narratore, quella carica emotiva, quel soffio di poetica interpretazione che è opera di bellezza e che avvince e commuove.


MARIO LEPORE – Milano – 4 maggio 1958
(Da il “Corriere d’informazione”)

...Il suo modo di provenienza è impressionista, è rapido e leggero nel tocco ma non manca di solidità.
L’intonazione è esatta e piuttosto brillante, l’osservazione della natura attenta e amorosa.


RAFFAELE DE GRADA - 6 maggio 1958
(RAI – Radiotelevisione italiana – “Arti plastiche e figurative”)

La direzione in cui si muove Virginio Bianchi, in questa sua mostra alla “Gussoni”, è quella della contemplazione della natura.
Il post-impressionismo di Bianchi non è di maniera; è mosso, contrastato, come nel “Capanno”, “Casa mia” e qualche altro pezzo, dove l’ispirazione del paesaggio versiliese segue i più alti e nobili modelli della pittura di quel tipo che sia stata fatta in Italia nel nostro secolo.


FRANCO SACCHETTI – 1958

Abbiamo a che fare con uno (pochi purtroppo, oggi) degli onesti, intelligenti e sensibili artisti, maestri del colore, della forma e del disegno, il tutto retto da uno spiccatissimo aristocratico buon gusto e guidato da un animo non comune.


RAMUSSOVICH - 1958

L’arte è un insieme delle possibilità per raggiungere il bello.
Le opere dell’illustre pittore Virginio Bianchi dimostrano questa verità eterna.


ADELINA CESTARI – 1958

Un carattere taciturno che, proprio nel silenzio laborioso capta gli accenti migliori per l’infinita gamma della sue melodie poetiche.


DANILO FIVIZZOLI - 1958

Sono frasi lente e dolci fatte di colori posati con armonia e con amore sulle tele; sono discorsi piani e facili udibili da tutte le orecchie, anche le meno attente.


ALVARO BONGI – 1959

Pittore impressionista, moderno, personale. Pittura sincera, candida, sommessa nei grigi prevalenti, con una narrativa a volte impetuosa, a volte meditativa, sinfonica e sensitiva.


LUCIANO BONETTI- 1959

...opere eseguite velocemente senza pentimenti, ove gli armoniosi colori creano felici accordi ed aria e luce, ottenute con una tecnica sobria ed efficace e soprattutto genuina poesia che invita a un gradito colloquio.


M. LANDI – 1959

Due parole per questa pittura si raccomandano per l’intimo raccoglimento che essa emana, come un discorso scandito con la mano sulla fronte.
Una pittura che è tutta un soliloquio, che tuttavia non si autodeclama, restia ai richiami degli ultimi squilli.
Ogni immagine è un attimo di approfondimento anche se corre sul filo di una pennellata acquosa, per bagliori attoniti, per un gusto aereo di ammicchi, che alleggerisce il senso solido delle cose, che l’artista fa incontrare quasi per caso.


CARLO LARI - 1974
(dalla presentazione di un catalogo postumo per Virginio Bianchi)

...Molto è stato detto da autorevoli e valenti critici, tanto si è apprezzato e amato della sua opera ogni qualvolta è stato presentato, perché a tutti era chiaro il suo messaggio di luce, il suo valore artistico-spirituale.
Ma il suo discorso va ancora oltre l’apprezzamento di valore; nella sua arte sarà continuamente un riscoprire altri aspetti umani-paesaggistici di filosofica natura; rivalutarlo nella profondità di tutto il suo mondo pittorico e radicare ancor di più in noi la convinzione della genuina e schietta figura che era e rimane nell’arte...

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