Virginio Bianchi secondo MARIA POMA BASILE
Da “RADIO PALERMO” – 14 maggio 1959.
...Un impressionismo che ha innestato all’immediatezza della visione, una mediazione cromatica e compositiva che appartiene alla pittura contemporanea, così come certi valori costruttivi del quadro, provengono da una disciplina spaziale e volumetrica che si richiama a Cézanne.
Quel che importa sottolineare tuttavia, è il senso di felicità pittorica, di onestà, di pulizia e di chiarezza che emana da questa pittura; è la sua qualità che si dispiega più con la naturalezza di un dono, che di una faticosa disciplina…
Oltre che le squisite qualità tecniche di Virginio Bianchi, quel che ci interessa di lui è il suo equilibrio figurativo, quel suo stare con naturalezza tra realtà e trasfigurazione, tra verità e lirica del suo paesaggio.
Così, com’è classica l’impostazione del quadro, il suo taglio in rapporto a un ideale orizzonte, è romantico il suo senso del colore, vivo di una vita autonoma, di un fermento interiore di rapporti fra tono e tono, fra tono e timbro; analitica la sua visione della realtà introspettiva in certo senso e sintetica dall’altro, nel suo definitivo organizzarsi nelle forme note, immediatamente comunicabili.
E questa mediazione tra modernità e tradizione che Bianchi rappresenta, ci pare al di fuori di ogni forma intellettualistica ma, per naturale inclinazione del temperamento, ne fa un pittore interessante anche al di fuori della pittura toscana.
Questo primo contatto della Sicilia con il pittore Virginio Bianchi, noi vorremmo si traducesse , in futuro, con un contatto pittorico tra Virginio Bianchi e la Sicilia: interessante sarebbe l’incontro, per la sua pittura, con questa nostra luce abbagliante e con la violenza del colore siciliano.
Maria Poma Basile